Innovazione digitale nelle PMI

Al webinar “Innovazione digitale nelle PMI” nel suo interessante intervento il Prof. Fabio Antoldi – docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore del nuovo corso di laurea magistrale “Innovazione e imprenditorialità digitale”, analizzando la scarsa propensione in termini percentuali del nostro paese rispetto agli altri paesi europei per l’uso di tecnologie digitali, ha snocciolato, dati numerici alla mano, le motivazioni che ancora oggi inducono il nostro paese ad accumulare questo ritardo.

In base al rapporto Desi (Digital Economy and Society Index) in Europa siamo negli ultimi posti per digitalizzazione peggio di noi solo Romania, Grecia e Bulgaria. Il nostro posizionamento è anche peggiore (ultimo posto) per quanto riguarda il capitale umano, ossia nella percentuale di persone che hanno competenze digitali e nella percentuale di penetrazione all’interno delle imprese di tecnologie digitali. Inoltre siamo indietro anche in termini di integrazione dei servizi e dei processi digitali (ventiduesima posizione).

Per capire il perchè è bene ricordare che a fronte di circa 60.000.000 di abitanti in Italia ci sono 4.304.912 imprese attive (fonte: Istat, Dicembre 2020) e che il 95,1% delle imprese ha meno di 10 addetti (PMI- le cosidette micro imprese) che comunque contano il 27,5% del valore aggiunto dell’intero paese e soprattutto circa il 44,9% di occupazione del settore privato. Salendo poi di un gradino, vediamo che le imprese da 10 a 19 addetti sono 131.560, quelle da 20 a 49 addetti sono 52.341, quelle da 50 a 249 addetti sono 22.058, mentre le grandi imprese, cioè quelle al di sopra di 250 addetti, sono solo 3.740.

Numeri alla mano appare evidente che le PMI rappresentano la vera sfida per la digitalizzazione del sistema paese e che bisogna lavorare per portare la digitalizzazione all’interno di quelle imprese, con la consapevolezza che però sono realtà particolari e che la maggior parte di esse ha bisogno di accompagnamento e di affiancamento.

E’ importante trovare sviluppo nell’innovazione passando attraverso la tecnologia digitale e utilizzando tutti quei canali che consentono maggiori integrazioni nei vari processi produttivi partendo sempre da un’attenta e capillare analisi di competenze e costi. Ad esempio in edilizia il corretto approccio può essere rappresentato dall’uso del BIM nella fase di studio, progettazione, realizzazione e nell’utilizzo di piattaforme gestite a livello nazionale che consentano di ricercare e selezionare le migliori competenze che il mercato offre in termini di costo e qualità.

Da un’indagine di mercato effettuata a fine marzo 2020 è emerso che da qui al 2023 la maggior parte delle PMI (70,9%) si aspetta che l’Innovazione Tecnologica diventi sempre più strategica nel proprio settore e aumenteranno coloro che punteranno a fare della digitalizzazione un “punto di forza” della propria strategia competitiva. Allo stesso tempo, diminuisce sensibilmente il numero di chi è sicuro di poter fare a meno dell’Innovazione Tecnologica nel proprio Business.