Necessaria un’azione congiunta dei governi per evitare un disastro

La controversa proposta di direttiva della UE, che vorrebbe vietare dal 2027 l’affitto e la vendita degli immobili che non abbiano determinate caratteristiche di rendimento energetico, potrebbe causare pesantissime ricadute economiche. Gli edifici che non rispetteranno i requisiti minimi richiesti subiranno una forte svalutazione e non potranno più essere posti sul mercato delle locazioni e delle compravendite.
Tutto ciò avrà ricadute anche di carattere sociale con una forte riduzione di immobili sul mercato degli affitti e con i canoni che subiranno un inevitabile aumento.
Solo un’azione congiunta dei governi può fermare una direttiva che, seppur con motivazioni nobili “quali la tutela e la salvaguardia dell’ambiente”, mira ad avere entro il 2035 tutti gli edifici in classe A e B.
Le scadenze previste dalla proposta di direttiva UE a cui ciascun Stato membro dovrà aderire sono le seguenti: dal 2027 tutti gli immobili per essere posti sul mercato dovranno avere minimo la classe energetica E che diventerà D dal 2030 , C dal 2033 e B dal 2035.